Storie di una Labrador Chocolate e del suo adorabile bisogno di devastarti il cuore, e non solo quello.
lunedì 31 agosto 2015
La decisione
Decidere di avere un cane è stato un processo lungo e per certi versi anche sofferto. Quando vivevo con i miei genitori ho avuto il piacere di fare esperienza amando la compagnia di Bruce (1992-2002) un possente Rottweiler molto geloso della sua famiglia e della proprietà. Non è stata sempre una passeggiata vivere con un molosso di cinquanta chili. Nel 2001 sono andato a convivere con Viviana e uno dei primi pensieri che hanno accompagnato l'inizio di questa nuova vita è stato avere un cane tutto nostro. Questo era un pensiero solo mio e ricordo che fu quasi immediatamente offuscato dalla sofferenza per la malattia che dopo pochi mesi ci portò via Bruce. Non appena siamo stati pronti ad assimilare la sua mancanza sono stato il primo a rendermi conto che avere un cane tutto mio sarebbe stata una battaglia persa con Viviana decisi così di insistere affinché i miei prendessero con loro un nuovo amico. Doveva essere una femmina ed invece è arrivato un maschietto che hanno deciso di chiamare George (2003-vivente) un Labrador beige molto coccolone che ha riconosciuto in mia mamma la sua guida. George mi ha fatto innamorare dei Labrador ed ha contribuito in maniera determinante a far tornare vivo il desiderio mai domo di avere un cane tutto mio. Viviana è sempre stata ostile a questo mio sogno, pur amando gli animali ed avendo avuto -quando abitava con i suoi genitori- due meticci di piccola taglia (Otto 1992-2014 e Pedro 1994-2011) mi ha spiegato tante volte che la mancanza di libertà che un animale da accudire comporta nella vita di tutti i giorni non l'avrebbe tollerata. Vivi è uno spirito libero adora viaggiare e devo rendere merito a questa sua rigidità durata ben quindici anni perché se ho potuto fare quasi mille concerti con le mie band, se ho visitato molte capitali europee, se insieme siamo stati un mese negli Stati Uniti, due settimane alle Maldive, in Egitto, più volte in Grecia anche a bordo di una barca, se lei ha potuto scoprire il Sud America, il Nepal e tante altre gite di piacere, insomma se sappiamo com'è fatto un minuscolo pezzo di mondo lo dobbiamo anche alla totale libertà permessa dall'assenza di affetti da accudire. Basta crederci nei sogni e prima o poi si realizzano, ho sentito dire queste parole anche dal meno ottimista degli amici così non ho mai smesso di sognare di avere un cane e periodicamente cercavo di rendere sempre più credibile la mia opera di convincimento nei confronti di mia moglie. Lo scorso anno in seguito ad alcuni problemi di salute di entrambi ho notato il primo segno di apertura e una leggera flessione nella posizione della mia consorte. "Non è possibile aspettare di essere anziani per avere un cane, sono già passati quindici anni da quando viviamo insieme ora è il momento di agire non perdiamo altro tempo..." partendo da questo ennesimo ritornello fino ad allora inefficace come un disco rotto ho intravisto la prima apertura, era la fine di aprile 2015. In agosto quando ormai la decisione era rimandata a dopo l'estate è stata una Labrador Chocolate a far strappare il si definitivo. Eravamo a cena sul lago di Como, precisamente a Pianello del Lario e mentre attendevamo che si liberasse il nostro tavolo una famiglia aveva con se un'agitatissima Labrador Chocolate. Era rimasta un po' piccola e inizialmente l'avevamo scambiata per un cucciolo, in realtà aveva tre anni e ci ricoprì di feste. Per tutta la cena ci girammo a guardarla e senza dirci nulla di esplicito entrambi ci rendemmo conto che ben presto saremmo diventati tre.
sabato 15 agosto 2015
E' Nata
Lola nasce oggi a Gassino Torinese nell'allevamento Acque Lucenti di Irene Teppa. I suoi genitori si chiamano Voice of Bob Dylan e Whiskey Jura, tra gli antenati spiccano tanti nomi buffi, uno di quelli che mi è rimasto impresso è quello della nonna Perallegria. Tutta la cucciolata deve avere per genealogia l'iniziale del nome con la lettera C, l'allevatrice sceglie di chiamare tutti i nove esemplari "Capo Indiano" seguiti da un nome breve preferibilmente di quattro lettere, a Lola tocca l'appellativo "Yuki".
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